venerdì 26 luglio 2013

[RECENSIONE] - "Leggere Shakespeare a Kabul" di Qais Akbar Omar & Stephen Landrigan

Buonasera lettori e lettrici! Dopo alcuni mesi pieni zeppi di impegni universitari, ritorno sul Blog con una  breve recensione.. 
Pochi giorni fa iniziai "Leggere Shakespeare a Kabul" di Qais Akbar Omar e Stephen Landrigan; bisogna precisare una cosa: lo acquistai con poca convinzione; lo guardavo e riguardavo sullo scaffale, e non ero affatto convinta! Ma la curiosità  e la "sete" di cultura hanno preso il sopravvento. E ho fatto bene!! L'ho divorato in meno di una settimana e per tutto il tempo rimasi con il fiato sospeso. Ora è arrivato il momento di presentarvelo! :D


TITOLO: Leggere Shakespeare a Kabul
AUTORI: Qais Akbar Omar & Stephen Landrigan
EDITO DA: Newton Compton 3.0
PAGINE: 307
PREZZO DI COPERTINA: euro 9,90

TRAMA:
 Dopo un lungo viaggio in Afghanistan, l'attrice francese Corinne Jaber decide di mettere in scena a Kabul Pene d'amor perdute di Shakespeare.
Il primo scoglio che deve affrontare è il testo, non esistono infatti traduzioni in Dari dell’immortale poeta inglese. E poi bisogna trovare gli attori: sfilano davanti agli occhi di Corinne e dei suoi collaboratori persone dalle più diverse provenienze sociali, tutte disposte a rischiare, e molto, pur di realizzare un sogno. Ci sono anche le donne, consapevoli dei pericoli cui vanno incontro in un Paese in cui mai si è vista una donna sul palcoscenico insieme agli uomini. Grazie al coraggio e alla passione di tutti, in mezzo a mille difficoltà, Pene d’amor perdute prende forma, gli attori si rivelano geniali, e capiscono che il grande e lontano Shakespeare ha scritto una commedia “afghana”, tanto la sua ironia, la leggerezza e la poesia sono vicine alla loro cultura. Ma in che modo verrà accolta la commedia in un Paese dove guerra, violenza e discriminazioni sono all’ordine del giorno? Amore per la conoscenza, desiderio di elevarsi al di sopra della terribile realtà quotidiana e di mettersi alla prova in qualcosa di mai tentato e sperato, solidarietà con i propri simili, si fondono in una storia dalla quale è difficile staccarsi anche quando si è finito di leggerla.

Una storia realmente accaduta
Diffidenza, avversione e sottomissione culturale saranno gli ostacoli che i protagonisti dovranno affrontare per realizzare un miracolo


Ciò che mi spinse a comprare il libro (oltre alla curiosità) fu la frase stampata sulla copertina, ovvero: "Potente è la parola che sussurrerai dopo aver letto l'ultima pagina". E' vero. Appena ho letto l'ultima pagina, dissi "è bellissimo, è forte".
La storia è realmente accaduta, e questo aspetto conferisce a queste parole un significato ancora più forte. Entrare nella cultura afghana, conoscere tutte le sue "sfumature", ha mutato radicalmente i miei pensieri a riguardo. Non davo tanta importanza alle loro tradizioni, ai loro usi ecc.. Mi limitavo ad ascoltare ciò che dicevano i TG. Rivolte, tumulti, caos. Ma l'Afghanistan è una terra ricca di tradizioni, di cultura, di POESIA. Questo bellissimo libro mi ha dato l'opportunità di riflettere su questioni che prima mi erano quasi indifferenti. 
Corinne decide di realizzare questo delicatissimo progetto: proporre a Kabul una rappresentazione teatrale. Questa rappresentazione, però, risulta essere incentrata su Pene d'amor perdute del grande William Shakespeare. Il primo problema che Corinne e il suo stuff devono affrontare è la traduzione del testo in dari. Inoltre, tale opera, include la presenza di donne sul palco insieme agli uomini (cosa non ammessa e mai vista nella tradizione afghana). Ho letto le storie delle povere donne, che persero i loro mariti in attentati, in rivolte. Di come queste donne si sono fatte forza, nonostante la dura società che le opprime. 
Tutte queste persone sono pronte a RISCHIARE pur di realizzare il loro sogno. La recitazione, in Afghanistan, è diffusa, è seguita.
Il progetto "Leggere Shakespeare a Kabul" va in porto. 
Il sogno è stato finalmente realizzato, e tutto non è più come prima. Le cose cambiano anche quando sembrano immutabili.